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Materiale Didattico

Parità di genere: storia, situazione attuale e impatto


Il termine femminismo indica il vasto movimento che si oppone alla concezione tradizionale della donna come subalterna e inferiore all’uomo, rivendicando invece i diritti politici, civili e sociali delle donne e un nuovo tipo di rapporto tra uomo e donna, sia nella sfera privata sia in quella pubblica e sociale. 

Si può dire che il seme del femminismo sia stato gettato nel Seicento, quando per la prima volta fu contestata la convinzione, già risalente ad Aristotele, secondo cui la donna è biologicamente inferiore all’uomo.

Il primo comitato di lotta per l’estensione alle donne del diritto di voto fu creato a Manchester, nel Regno Unito, nel 1865. Proprio nelle isole britanniche Emmeline Pankhurst (1858-1928) creò nel 1903 la Women’s social and political union, a sostegno dei diritti femminili. Il movimento esportò le sue idee dapprima negli Stati Uniti e poi in tutta Europa, anche se i risultati immediati furono nulli: le “suffragette”, chiamate così  inizialmente con accezione negativa) perché lottavano per il suffragio alle donne, rimasero a lungo isolate. 

Fece da apripista l’Australia, che concesse il diritto di voto alle donne nel 1902; seguirono la Finlandia (1906) e la Norvegia (1907), mentre solo dopo la Prima guerra mondiale giunsero al suffragio femminile grandi Paesi capitalisti come il Regno Unito (1918) e gli Usa (1920); un popolo democratico come quello francese diede il voto alle donne nel 1944 e la Svizzera ci arrivò addirittura nel 1971. 

In Italia, le donne poterono recarsi alle urne in occasione del referendum istituzionale del 1946, quando furono chiamate a scegliere tra repubblica e monarchia e a eleggere contestualmente i membri  dell’Assemblea costituente. 

La percentuale delle partecipanti al voto fu altissima e vennero elette 21 donne su 506 componenti dell’Assemblea. Per la prima volta, quindi, una piccola compagine femminile entrava a far parte dell’istituzione
rappresentativa del popolo italiano.

Il diritto di voto fu solo il primo passo verso la parità giuridica tra uomini e donne. Va ricordato infatti che a lungo i beni delle donne sono stati gestiti dai loro mariti, che il genere femminile si è visto negare per molto tempo l’accesso all’istruzione superiore e alle università e che molte professioni sono state loro precluse quasi fino ai giorni nostri: in Italia la carriera in magistratura, per esempio, fu aperta alle donne solo negli anni Sessanta del Novecento. 

Nel documento, analizziamo alcuni pilastri storicamente fondamentali relativi alla parità di genere, i principi paritari, la disparità di genere come uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile in ambito Agenda 2030.

Dopo averlo consultato prepara un tema sull'argomento. Ecco alcuni punti da prendere in considerazione:
- Inizia descrivendo la situazione attuale riguardo all'uguaglianza di genere, evidenziando le disuguaglianze e le disparità che ancora persistono in diversi contesti, come sul lavoro, nell'istruzione, nella politica e nelle dinamiche sociali.
- Discuti degli impatti negativi delle disuguaglianze di genere sulla società nel suo complesso, inclusi problemi come la povertà femminile, la violenza di genere, l'esclusione politica delle donne e l'impatto sulla crescita economica e lo sviluppo sociale.
- Analizza l'importanza dell'uguaglianza di genere per il progresso della società, sottolineando come l'eliminazione delle disuguaglianze di genere possa portare a una maggiore prosperità economica, a una migliore salute e benessere per tutti e a una società più giusta e inclusiva.
- Suggerisci alcune azioni concrete che possono essere intraprese a livello individuale, comunitario, nazionale e internazionale per promuovere l'uguaglianza di genere, come l'educazione sulla questione, la promozione di leggi e politiche inclusive, il sostegno alle donne nei ruoli di leadership e la lotta contro gli stereotipi di genere.

Tratto da CivicaLab - Sperimentare la realtà, di Giovanni Codovini, D'Anna 2024

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